’eiaculazione tardiva
L’eiaculazione tardiva, secondo il DSM IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) consiste in un persistente, ricorrente ritardo o assenza, dell’orgasmo maschile dopo una fase di normale eccitazione sessuale. L’uomo, in questo caso, è capace di provare eccitazione sessuale, dunque l’erezione, ma gli riesce difficile raggiungere l’apice del piacere. Questa difficoltà è analoga al problema dell’anorgasmia femminile. L’inconveniente si presenta di solito durante il rapporto sessuale vero e proprio, cioè con la penetrazione, mentre durante altri tipi di stimolazione è molto più raro che accada. Chi soffre di questo disturbo, raramente pensa di avere un problema, perché nella cultura occidentale è diffusa l’immagine di un uomo forte, resistente, che non deve chiedere mai… Si è portati a pensare che il rapporto debba durare il più a lungo possibile, senza contare però ancora una volta le esigenze e l’insoddisfazione di lei. Spesso lui non si accorge che lei si potrebbe sentire inadeguata, poco seducente e che fare l’amore con una persona che ha difficoltà a provare piacere, spesso può essere demotivante per la donna. L’uomo, in questi casi, non si rende conto di soffrire di un problema legato all’ipercontrollo che spesso ha la sua causa principale nell’ansia. È infatti raro che chi soffre di eiaculazione tardiva si rivolga ad un sessuologo, spesso sono le loro compagne che preoccupate di non essere abbastanza eccitanti, chiedono l’aiuto di un esperto. Le preoccupazioni, lo stress, la paura a lasciarsi andare, il timore della responsabilità, dell’impegno, così come un atteggiamento rigido verso la sessualità ci fanno allontanare dalle sensazioni del corpo limitando il piacere e dunque il sopraggiungere dell’orgasmo. Con la terapia psicosessuologica si aiuta la persona a riappropriarsi delle proprie emozioni e sensazioni, elemento indispensabile per riuscire a vivere serenamente la propria sessualità.
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